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Cake Design: come nascono le torte di Romana Gardani (parte II)

2017-01-02 Dopo averci raccontato com’è nata e si è sviluppata la passione per il Cake Design, l’architetto delle torte Romana Gardani ci fa entrare in cucina, per spiegarci come nasce una sua creazione.
Le torte prendono forma a più step. Prima si realizzano gli elementi decorativi da appoggiare sul dolce, che si lasciano asciugare all’aria. Poi si prepara la pasta di zucchero, colorata nei colori che servono, usando coloranti per uso alimentare. Per ultima, si realizza la torta.
«Non uso mai il Pan di Spagna – spiega Romana – perché ha bisogno di essere inzuppato. La pasta di zucchero risente dell’umidità, e occorre utilizzare torte, tipo la Red Velvet, che siano piuttosto asciutte, come impasto, con una loro consistenza e preferibilmente alte come spessore. In ogni caso, la torta viene sempre isolata, con delle creme a base di burro, dalla pasta di zucchero di copertura».
Una torta creativa di media difficoltà comporta circa dieci ore di lavoro complessivo. «Ciò che rende bella una torta – e le mie devono essere visivamente perfette! – è la cura dei dettagli. Voglio che chi la guarda non veda tutto subito tutto, ma scopra dei particolari via via... Una volta ho realizzato la “Torta delle nozze degli gnomi” per il matrimonio di un’amica: c’erano tanti gnomi, uno diverso dall’altro, poi tanti dettagli, come l’albero della cuccagna, le fatine delle fragole, le api, le farfalle... La torta ha richiesto 60 ore di lavoro e tre solo per montarla».
Le torte curiose sono tante. «Per esempio, mi è stata chiesta una torta per una festa di divorzio, con la palla dei carcerati e la catena spezzata, e una torta di compleanno con una montagna di teschi e la scritta “memento mori”».
Romana non usa i classici attrezzi del cake designer. «Quando ho cominciato, non esistevano attrezzi specifici, esistevano le mani… Poi il Cake Design si è diffuso e sono usciti tutti gli strumenti, che però io non uso quasi mai. Di solito, mi bastano le mani, degli stuzzicadenti, un coltellino a punta e un mattarellino».
All’inizio, si è ingegnata molto: «guardando le cose con un occhio creativo e utilizzando il pensiero laterale, mi sono servita di oggetti nati per un’altra funzione. Una volta, in coda alla cassa del supermercato, ho visto dei fermacapelli con piccoli animaletti in rilievo e lì mi è venuta l’idea di utilizzarli come timbri a incisione per la pasta di zucchero… Un tagliaprezzemolo mi è molto utile ancora oggi per fare le strisce di pasta di zucchero, una cazzuolina giocattolo di plastica mi serve per lisciare le superfici…».
Non le dispiace che il Cake Design sia un’arte effimera, che si dilegua in un paio di bocconi. «Mi basta ricordare le mie creazioni con una fotografia. L’importante è il processo creativo e lasciare stupite le persone». Ma non le interessa stupire se stessa. «Per il mio compleanno non mi metto certo lì a farmi una torta…».

Mariagrazia Villa

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