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La macrobiotica moderna: vivere alla grande (parte I)

2017-04-24 Roberto Marrocchesi è un naturale testimonial della macrobiotica. È pieno di generosa energia, fa della semplicità il suo stile, esprime una sincera gioia di vivere ed è ricco di buon senso.
Nato a Torino nel 1951, laureato in farmacia, naturopata e nutrizionista, è consulente e insegnante di macrobiotica e di feng shui. Autore di numerose pubblicazioni dedicate alla dieta macrobiotica e ai funghi medicinali, Roberto organizza percorsi e attività formative per salvaguardare la salute attraverso discipline che coniugano Oriente e Occidente, tradizione e innovazione.
Cosa si intende, Roberto, per macrobiotica?
«Etimologicamente, il termine significa lunga (makros) vita (bios). La parola fu coniata per la prima volta dal medico tedesco Christoph von Hufeland, vissuto tra il Settecento e l’Ottocento, per indicare regole di vita salutari, alimentari e non, per avere una vita sana e longeva. Il termine fu ripreso dal giapponese Yukikazu Sakurazawa, noto con il nome d’arte di Georges Ohsawa, nella prima metà del Novecento, quando dall’Oriente di era trasferito in Francia, per denotare uno stile di vita in armonia con l’universo e caratterizzato da una dieta basata sul cibo per l’uomo. L’ispirazione per questa filosofia alimentare denominata “macrobiotique” gli venne da Ishizuka Sagen, un colonnello della cavalleria giapponese dell’Ottocento, che rielaborò a suo modo l’antica medicina cinese alla luce della chimica moderna».
Cosa sosteneva Ishizuka Sagen?
«Che se il cibo avesse rispettato lo stesso equilibrio sodio-potassio presente nel sangue umano, pari a uno a sette, ogni malattia avrebbe potuto guarire. Poiché il riso integrale contiene questo rapporto sodio-potassio in modo armonico, Ishizuka iniziò a proporre alle persone malate la sua dieta a base di riso non raffinato, verdure e cucina semplice caratterizzata da pochissimi condimenti. Lo stesso Goerges Ohsawa, da giovane, guarì dalla tubercolosi grazie a questa dieta e, da lì, iniziò a riflettere su quanto l’umanità fosse profondamente malata e avesse bisogno di guarire attraverso il cibo».
Per lei cosa significa macrobiotica?
«Vivere alla grande, ossia vivere la vita nel suo pieno potenziale, che è praticamente illimitato, al di là della dimensione legata al cibo. I macrobiotici danno valore al cibo, è vero, ma per loro non è solo importante il cibo, occorre anche rispettare l’ordine delle natura e l’ordine dell’universo».
Ossia? Quali sono gli aspetti fondamentali su cui si fonda?
«Se si osserva la natura e se ne afferrano le leggi; se si considera l’ordine dell’universo; se si lavora su noi stessi per essere i più naturali possibile, si comprende che la dieta dovrebbe essere, per l’uomo, centrata sul cibo vegetale e integrale, ossia non basata su cibi di origine animale e raffinati. Io stesso, spesso sostituisco la parola “macrobiotica” con “alimentazione vegetale integrale”, locuzione usata dal biochimico e nutrizionista statunitense Colin Campbell, autore del monumentale “The China Study”, lo studio più completo sull’alimentazione mai compiuto al mondo, perché è un’espressione meno ideologica».

Mariagrazia Villa

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