Da ALMA arriva “FoodLaw” per tutelare la creatività in cucina
2017-07-28
Gli chef sono le nuove rockstar. Creano piatti di grande successo e le loro performance live possono fare il “tutto esaurito”. Perché, allora, non trovare il modo di
tutelare giuridicamente l’originalità delle loro opere?
Le creazioni gastronomiche possono essere considerate
una forma d’arte: titoli come poetici haiku, ricette come componimenti letterari, colori e maestria compositiva come su una tela, volumi, spessori e consistenze come in una scultura, suoni del gusto come in un brano musicale.
Proprio per difendere l’idea e la realizzazione di opere che affascinano la mente e sollecitano tutti i sensi, a volte elevando anche lo spirito, qualche mese fa è uscito il libro
FoodLaw. La tutela della creatività in cucina (Edizioni Plan, 2017), scritto da
Carmine Coviello e
Davide Mondin, in collaborazione con
ALMA-La Scuola internazionale di cucina italiana.
È una pietra miliare. Perché è
il primo testo, in Italia, ad affrontare un tema importante e non ancora adeguatamente approfondito dalla giurisprudenza.
Visto il crescente interesse nei confronti della gastronomia e della ristorazione e l’assurgere dei cuochi a figure di caratura artistica, Coviello, avvocato specializzato nel settore delle arti, musica e spettacolo, e Mondin, laureato in giurisprudenza, specialista in valorizzazione del patrimonio alimentare e gastronomico e docente presso ALMA, hanno cercato – e ci sono riusciti benissimo, con un
testo rigoroso, ma di piacevole lettura, adatto agli addetti ai lavori quanto agli appassionati di cucina – di spiegare quando un’opera creativa in campo gastronomico possa essere considerata “d’autore” e, dunque, tutelata giuridicamente.
Il volume, che si apre con una prefazione dello chef
Davide Scabin, considerato dalla critica internazionale uno dei più coraggiosi interpreti della cucina di ricerca e artefice e ideologo del “Combal.zero” di Rivoli (Torino), parte dalla difesa della
ricetta come insegnamento gastronomico e dai diritti spettanti al suo autore, per poi passare alla tutela del
piatto, del
prodotto o della
preparazione derivanti all’applicazione della ricetta. Affronta lo spinoso problema degli atti di
concorrenza sleale, illustra le condizioni per la
brevettabilità di ricette, piatti, prodotti e preparazioni e riporta alcune
sentenze in cui i giudici hanno riconosciuto la creatività di un’opera gastronomica, in particolare nell’ambito letterario ed editoriale.
Insomma, anche se finora, per uno chef di professione o un semplice amante della cucina, è piuttosto impervio difendere il frutto del proprio ingegno, secondo Coviello e Mondin alcuni strumenti, già previsti dall’ordinamento, si potrebbero usare per tentare di
ottenere la tutela delle varie forme in cui la creatività si manifesta in ambito gastronomico.
Al termine di
FoodLaw, per esempio, è presente un codice personalizzato per registrare gratuitamente una ricetta con marca temporale legalmente valida sul portale
MySocialRecipe. Ideato dalla nutrizionista Francesca Marino, è il primo che registra le ricette d’autore e quelle tradizionali rivisitate in modo personale da cuochi e appassionati. Un modo per mettere un punto fermo, giuridicamente efficace, nella linea del tempo.
Mariagrazia Villa
Carmine Coviello e Davide Mondin,
FoodLaw. La tutela della creatività in cucina, ALMA-Edizioni Plan, 2017, pagine 132, euro 27.