Vegetarismo e forma fisica: avere delle accortezze alimentari (parte III)
2017-03-20
Oltre all’integrazione o supplementazione, ci sono
accortezze che possono aiutare a evitare carenze. «
L’educazione alimentare può fare la differenza: per esempio, è bene abbinare alimenti vegetali ricchi di ferro, come i legumi o le spinaci, a elementi che contengano acido citrico o vitamina C, come succo di limone o spremuta di agrumi, perché questi ultimi aiutano ad assorbire meglio il ferro vegetale».
Per assorbire bene sia il
calcio che il
ferro, «
occorre cercare di non consumare contemporaneamente un alimento contenente calcio e uno contenente ferro, per esempio legumi e formaggio, perché l’uno diminuisce l’assorbimento dell’altro».
I legumi apportano proteine, «
ma contengono anche degli antinutrienti, che impediscono il buon assorbimento dei sali minerali, per cui non andrebbero consumati in eccesso. Anche alcune verdure, come spinaci, bietola o barbabietola, contengono antinutrienti detti “ossalati”: per ridurne la quantità, si può aggiungere all’acqua di cottura di questi vegetali un po’ di aceto».
Il vegetariano, per prevenire eventuali carenze di ferro, calcio, zinco, vitamina B12, vitamina D (peraltro, carenza diffusa anche tra gli onnivori), acidi grassi omega 3 e iodio, «
può assumere latte o cereali arricchiti con alcuni di questi micronutrienti e, per evitare una possibile carenza di iodio, può utilizzare sale marino iodato o consumare alghe».
E i
vegani, che rinunciano a qualsiasi prodotto animale, devono avere qualche precauzione in più, se praticano sport? «
Dovrebbero avere le stesse accortezze del vegetariano, in particolare integrare la vitamina B12, che non è presente nel regno vegetale, e soddisfare il proprio fabbisogno proteico attraverso i prodotti derivati dalla soia, come tofu e tempeh, eventualmente usando integratori proteici di derivazione vegetale, prodotti specificamente per i vegani».
Ultimo consiglio: l’alimentazione non può essere vista solo in termini di apporto calorico, ma anche di
influenza degli alimenti sulla salute e la composizione corporea. «
Se si assumono troppi carboidrati complessi e zuccheri, per esempio, aumenta la produzione di insulina per contrastare l’innalzarsi della glicemia nel sangue, e questo alla lunga può condurre a gravi patologie come il diabete».
Infine, i nutrienti – sia macro che micro – «
agiscono anche a livello genetico, regolando la nostra espressione genica». Se è vero, allora, come assicura la ricerca scientifica, che un determinato patrimonio di geni può predisporci a contrarre alcune malattie, è ancora più vero che
il cibo, come diceva Ippocrate,
è la nostra medicina. E una dieta consapevole ed equilibrata, al di là dei modelli alimentari che si sceglie di seguire, può contribuire a mantenerci in buona salute.
Mariagrazia Villa