Teatro delle Ariette: il menu degli spettacoli (parte III)
2017-02-03
Quali sono stati i menù degli spettacoli del
Teatro delle Ariette, la compagnia nata vent’anni fa nel podere “Le Ariette” in località Castello di Serravalle – Valsamoggia (Bologna)? Quasi in ogni loro spettacolo, gli attori-contadini
Paola Berselli e
Stefano Pasquini hanno portato in scena i prodotti della loro terra. Li hanno cucinati sul posto e condivisi con il pubblico.
In
“Teatro da mangiare?” (2000), il menu del debutto a Volterra è stato:
• Pomodori, cetrioli e scalogni sott’olio delle Ariette, accompagnati da salsa di yogurt al basilico secco e da pane steso, cotto al testo
• Parmigiano Reggiano biologico e salsiccia passita
• Tagliatelle semi-integrali al pesto di noci, nocciole e rosmarino
In
“Prima di Pasolini” (2002), gli spettatori si sono trovati davanti, nel teatro rurale del Deposito Attrezzi dell’azienda agricola “Le Ariette”, una grande tavola imbandita con:
• Ricotta fresca, miele e ciliegie
• Pane, salame e formaggio
• Vino rosso
Per
“Teatro di terra” (2002), il menu è cambiato nel tempo, ma ora si è arrivati all’essenza:
• Mandorle tostate e salate
• Polenta gialla con olio extravergine di oliva, parmigiano e rosmarino.
«
Nel tempo abbiamo avuto – spiega Stefano –
elementi che ogni tanto ritornano in occasioni speciali: ragù di salsiccia, friggione non fritto, zuppa di spinaci e patate».
In
“Secondo Pasolini” (2003), si mangia e si beve seduti su un prato:
• Pane, formaggio e olive
• Panzanella (zuppa fredda a base di pane raffermo, pomodori e cipolla rossa)
• Vino rosso
In
“L’estate.fine” (2004), «
abbiamo coltivato un campo a Santarcangelo da gennaio a luglio, con mais e ortaggi, per costruire la scenografia vegetale vivente dello spettacolo. Poi abbiamo utilizzato gli ortaggi del campo per cucinare e mangiare insieme al pubblico». Questo il menu:
• Aperitivo col Macchiatino di Greg (vino bianco corposamente macchiato col Campari) e patatine fritte
• Fricandò di verdure saltato in padella con piadina romagnola
Per
“Dans ma maison” (2006), spettacolo coprodotto con Théatre de Chambre (Francia), Paola e Stefano hanno preparato le tigelle e proposto questo menu:
• Tigelle calde accompagnate da formaggi e salumi tipici del luogo dove si fa lo spettacolo
Anche in
“È finito il tempo delle lacrime” (2007) hanno proposto
: • Tigelle calde preparate al momento con pecorino dolce dei colli bolognesi, mortadella, salame rosa, prosciutto e salame
Per
“Matrimonio d’inverno, diario intimo” (2010), «
spettacolo che si svolgeva nella cucina di casa nostra, a lume di candela, con il camino acceso, con otto spettatori, accolti alla nostra tavola con un tradizionale pranzo di nozze dei contadini bolognesi», ecco il menu:
• Vino Pignoletto frizzante Corte D’Aibo e pane semi-integrale a pasta dura Crocette
• Tortellini in brodo di manzo e gallina
• Lesso di gallina e manzo, accompagnato da salsa verde e patate lessate
• Zuppa inglese
«
Tutto servito su una bellissima tovaglia ricamata, regalo per le nostre nozze. Piatti, vassoi e zuppiera del servizio antico della mamma di Paola, con le rose disegnate sulla porcellana avorio con bordo dorato».
In
“Teatro Naturale? Io, il couscous e Albert Camus” (2012), Paola e Stefano offrono al pubblico:
• Mandorle tostate e salate, taralli e vino rosso
• Couscous cotto al vapore con verdure di stagione (tagliate dagli spettatori durante lo spettacolo) cotte nel loro brodo
Per
“Sul tetto del mondo” (2014-2015), il menu del 18 giugno 2014, festa delle nozze d’argento di Paola e Stefano, è stato:
• Pane Cafone del forno Garagnani
• Zucchine, bietole e cicoria saltate in padella
• Ricotta fresca
• Tagliatelle semi-integrali con olio extravergine di oliva
• Ciambella delle Ariette e del forno Garagnani
• Vino Pignoletto frizzante Corte d’Aibo
In
“Tutto quel che so del grano” (2016), viene preparata sul palco, cotta e poi condivisa con il pubblico:
• Focaccia morbida
«
È un alimento che è il fondamento della nostra civiltà alimentare. Agli spettatori - conclude Stefano -
chiediamo di portare da casa focacce o altri prodotti a base di grano, come torte, pizze, pani, per condividerli con gli altri nel tempo che viene dopo lo spettacolo, il tempo importante in cui mangia tutti insieme e ci si conosce».
Mariagrazia Villa
Fotografie: Stefano Vaja