Musei del Cibo della provincia di Parma
2017-07-14
A
Parma, non c’è il mare. Ma ci sono sette fari, dalla pianura alla collina. Sono punti di riferimento importanti e luminosi, per chiunque decida di navigare nel
cuore della Food Valley italiana.
Sono i
Musei del Cibo della provincia di Parma, ciascuno dedicato a un prodotto tipico. Prodotti fondamentali per l’enogastronomia locale, perché frutto di tradizioni sapienti e secolari e di un territorio generoso, ma fiori all’occhiello anche di quella nazionale e, in alcuni casi, internazionale:
Parmigiano Reggiano,
Prosciutto di Parma,
Salame di Felino,
vino,
pomodoro,
pasta e
olio extravergine d’oliva.
«
La ricchezza di Parma merita di essere conosciuta, oltre che sulla tavola, anche dal punto di vista storico, culturale e turistico», spiega
Maurizio Ceci, presidente dell’associazione Musei del Cibo. «
Da questo pensiero è maturata, a fine anni Novanta, l’idea di progettare e realizzare una rete di Musei del Cibo, per raccontare le eccellenze locali e il loro rapporto con la tradizione, la storia e il territorio. Nel 2016, il circuito dei Musei del Cibo, che sono situati a Soragna, Langhirano, Felino, Collecchio e Sala Baganza, ha avuto un’affluenza di oltre ventimila visitatori».
Ecco una
breve carta d’identità di ciascun museo, nell’attesa di dedicare a ogni realtà museale un post.
Museo del Parmigiano Reggiano
È stato allestito in un antico casello ottocentesco di pianta circolare, a Soragna, nella Bassa parmense. Il Parmigiano Reggiano è considerato il
“Re dei Formaggi”, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Ma poteva nascere soltanto in una determinata area della pianura padana, dove si sono create le giuste condizioni ambientali e storiche per dar vita a questo capolavoro caseario.
Museo del Prosciutto di Parma
Si trova a Langhirano, un paese sulle prime colline parmensi, storica sede di produzione del Prosciutto di Parma. Il museo è un'ottima occasione per far conoscenza con il celebre
“crudo di Parma”, un alimento antico e nobile, dall’aroma e dal sapore unici, prelibato e genuino. E con gli altri salumi che hanno reso la città emiliana e il suo territorio famosi in tutto il mondo.
Continuiamo a conoscere gli indirizzi di punta del cuore della Food Valley italiana. Sono realtà culturali che raccontano un prodotto tipico e il suo rapporto con la tradizione, la storia e il territorio, offrendo la possibilità di comprenderlo più da vicino
Il numero è lo stesso, ma non sono i cavalieri della Tavola Rotonda. I sette
Musei del Cibo della provincia di Parma sono i cavalieri della
buona tavola.
Ciascun museo racconta un prodotto tipico e il suo rapporto con la tradizione, la storia e il territorio:
Parmigiano Reggiano,
Prosciutto di Parma,
Salame di Felino,
vino,
pomodoro,
pasta e
olio extravergine d’oliva.
I
sei musei gestiti dall’associazione dei Musei del Cibo sono aperti al pubblico dal 1 marzo all’8 dicembre, secondo i seguenti orari: sabato, domenica e festivi, 10-18 (per Prosciutto di Parma, pasta e pomodoro), 10-13 e 15-18 (per vino, Salame di Felino e Parmigiano Reggiano). Da lunedì a venerdì, i musei sono aperti su prenotazione per gruppi. Da dicembre a febbraio, sono chiusi e aprono su prenotazione solo per gruppi. Il
MuseoAgorà d’Arte Olearia Orsi Coppini è un museo aziendale, affiliato al circuito dei Musei del Cibo. È aperto tutto l’anno, da lunedì a domenica, su prenotazione per singoli e gruppi.
Presso tutti i Musei del Cibo e il MuseoAgorà Orsi Coppini è possibile usufruire di
visite guidate per gruppi e scuole (obbligatoria la prenotazione) e richiedere l’attivazione di
laboratori didattici per le scuole o i gruppi, di carattere scientifico o gastronomico (obbligatoria, anche in questo caso, la prenotazione).
Continuiamo a raccontare brevemente ogni museo.
Museo del Salame di Felino
Si trova nelle suggestive cantine dell’antico Castello di Felino, sulle colline parmensi. E prova a rispondere alla domanda: perché il Felino è diventato il
"Principe dei Salami"? Perché è nato in un territorio a forte vocazione salumiera e ha potuto contare su un patrimonio di conoscenze legate a un’arte secolare, tramandata da una lunga tradizione contadina.
Museo del vino
Sorge nelle cantine di un altro interessante maniero delle colline di Parma: la Rocca di Sala Baganza. E dimostra come il vino non sia affatto una Cenerentola, fra le eccellenze gastronomiche parmensi, ma un protagonista a tutti gli effetti. In alto i calici, allora, per brindare alla storia millenaria, di
grande tradizione e
qualità, del vino parmense.
Terminiamo questa introduzione ai fiori all’occhiello del sistema museale enogastronomico parmense: strutture che provano a raccontare, di ogni eccellenza della buona tavola, la storia, il processo produttivo, la comunicazione e la commercializzazione
Se il territorio della
signora della Food Valley italiana fosse, dalla pianura alla collina, un generoso decolleté, avrebbe sette preziosi monili a sottolinearne la storia, la tradizione e la bontà.
In provincia di Parma, infatti, si snoda la collana dei sette
Musei del cibo, dedicati rispettivamente a
Parmigiano Reggiano,
Prosciutto di Parma,
Salame di Felino,
vino,
pomodoro,
pasta e
olio extravergine d’oliva.
Tutti offrono un’importante esperienza sia conoscitiva, con la possibilità di
visite guidate e
laboratori didattici, sia gustativa, grazie alla presenza di
punti di ristoro, dove degustare e acquistare il prodotto tipico oggetto dell’esposizione e le altre eccellenze enogastronomiche locali.
Con questo post terminiamo il piccolo racconto dei musei.
Museo del Pomodoro
Sorge nella Corte di Giarola, un’antica grancia benedettina, all’interno del Parco regionale del Taro. Il pomodoro arriva dalle Americhe, ma è proprio nella nostra terra che ha trovato, già dalla fine dell’Ottocento, la sua patria d’elezione. Scopriamo, con questo museo, come e perché il Parmense sia diventato il
centro del distretto del pomodoro (il quale comprende Parma, Piacenza, Mantova e Cremona).
Museo della Pasta
Sorge anch’esso alla Corte di Giarola, e si trova sopra il Museo del Pomodoro. A Parma la pasta è di casa… Sia per una
lunga tradizione storica, sia perché la città emiliana è oggi sede del Gruppo Barilla, leader mondiale nella produzione del simbolo gastronomico per eccellenza della cultura italiana.
MuseoAgorà d’Arte Olearia Orsi Coppini
A San Secondo, nella Bassa parmense, si trova questo “insolito” museo aziendale. Strano, eh? Eppure, in passato l’albero di Minerva si coltivava anche in provincia di Parma. Lo confermano gli
olivi secolari che si trovano ancora oggi sulle colline parmensi, ma anche documenti storici e testimonianze architettoniche da riscoprire.
Mariagrazia Villa
Fotografie: © Musei del Cibo della provincia di Parma