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La macrobiotica moderna: come rimanere in buona salute (parte IV)

2017-05-12 Con questo post si chiude il nostro servizio sulla macrobiotica, l’arte della lunga vita che passa anche attraverso la scelta consapevole del nostro cibo.
Grazie alla testimonianza di Roberto Marrocchesi, il primo italiano a diplomarsi al Kushi Institute for Macrobiotics Studies di Boston nel 1979, abbiamo compreso che imparando a mangiare in modo equilibrato, scegliendo alimenti vegetali e integrali, possiamo mantenerci in ottima forma.
Roberto, quale contributo può apportare la macrobiotica al nostro presente?
«La macrobiotica propone la migliore cucina curativa possibile, perché è veramente equilibrata secondo criteri profondi, che sono quelli della medina classica cinese. Deve però uscire dal ghetto in cui si è cacciata e in cui l’hanno cacciata gli ignoranti. Oggi, nei supermercati, è uno scaffale di pochi centimetri con cinque prodotti: malto, shoyu, alghe, umeboshi e miso. Come se esistesse un cibo macrobiotico! Esiste il cibo e basta. E può essere salutare oppure no».
Quanto l’alimentazione può influenzare la nostra salute?
«Tanto, ma è più corretto dire che è la scelta consapevole del cibo che può influenzare la nostra salute, più che il cibo in sé. Non è colpa dell’alimento, è colpa nostra se lo scegliamo. Il cibo è un veicolo materiale, ma nella scelta di un cibo piuttosto che un altro entra in gioco la nostra spiritualità. L’aspetto spirituale precede tutti gli altri aspetti, compreso quello dietetico. Tant’è che ci sono persone longeve e globalmente sane, benché non si nutrano correttamente. Le scelte alimentari che compiamo possono incidere sulla nostra salute fisica, ma anche mentale e spirituale, e nutrire i nostri sogni».
Qual dovrebbe essere la composizione della dieta macrobiotica giornaliera?
«Nell’arco della giornata dovremmo mangiare un 40 per cento di cereali integrali in chicchi, un 25-30 per cento di verdure cotte o crude, radici o foglie, meglio se di due tipi, un 10-15 per cento di proteine vegetali, date da legumi e derivati della soia. Il resto dovrebbe essere costituito da frutta, condimenti, spezie e bevande. A parte, ogni giorno si dovrebbero consumare una o due ciotole di zuppa di miso. È importante inserire i cinque sapori - amaro, acido, dolce, piccante, salato - e abituarsi a sapori pastello, rifuggendo dalle spezie e dall’eccesso di condimento che rendono troppo emotivi. Questo libera dal desiderio dei dolci. Naturalmente, questa è la composizione ideale, ma ognuno può modularla in base alle proprie esigenze. Se siamo accordati con i nostri veri bisogni, e non con i nostri desideri sensoriali, possiamo variare le percentuali secondo il nostro istinto».
Quali sono i principi da seguire per rimanere in buona salute?
«L’ordine naturale dell’universo sarebbe, anzitutto, di mangiare un po’ meno rispetto alla dieta attuale degli occidentali, poi di scegliere cibi vegetali e integrali: meno carni, salumi, latticini e uova e meno prodotti raffinati, come farina bianca e zucchero bianco. Per rimanere sani si possono studiare i criteri della medicina classica cinese e dei popoli antichi, che mangiavano parcamente, semplicemente e con gratitudine nei confronti della natura. Il cibo ha un’energia e, cucinandolo, la modifichiamo, pertanto occorre scegliere una cucina adatta alle nostre esigenze di salute, fisiche, mentali e spirituali. Il cibo può aiutarci a diventare ciò che vorremmo».

Mariagrazia Villa

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