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Museo del Parmigiano Reggiano: cultura e gastronomia del Re dei Formaggi

2017-09-25 Otto secoli e dimostrali piacevolmente tutti. Il Parmigiano Reggiano è un prodotto tipico dalla lunga storia culturale e gastronomica. Piena di aspetti curiosi e coinvolgenti. All’interno del Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna, in provincia di Parma, c’è modo di scoprirli.
Tra le diciotto sezioni tematiche in cui il percorso espositivo si snoda, ci sono quelle dedicate al processo produttivo del celebre formaggio (di cui abbiamo parlato nel precedente post), e quelle che ne illustrano il significato nel campo della cultura e della gastronomia.
Nella sezione dedicata all’immagine del Parmigiano Reggiano, ci viene raccontato come, nelle arti figurative, il prodotto sia stato rappresentato, per la prima volta, da Annibale Carracci, attorno al 1600, nell’incisione Venditore di Parmigiano. Sempre del Seicento è un’incisione parmigiana rappresentante San Lucio, patrono dei casari e dei formaggiai (detti allora anche Lardaroli), di cui parleremo nel prossimo post. La fase di trasformazione del Re dei Formaggi, invece, è rappresentata per la prima volta in un quadro nel 1890 dal pittore reggiano Cirillo Manicardi.
Il primo filmato che rappresenta delle forme di Parmigiano Reggiano risale al periodo della Grande Guerra del 1915-18, mentre il primo che mostra la trasformazione risale al 1943. Anche l’arte della fotografia ha immortalato questo capolavoro caseario: la sezione museale ci mostra una preziosa serie di fotografie del 1944 (effettuata da un corrispondente di guerra tedesco in un caseificio parmense), relative all’intera sequenza di lavorazione del formaggio.
Offre interessanti spunti di riflessione, anche la commercializzazione del prodotto. Il materiale promozionale storico relativo al Parmigiano Reggiano è limitato a poche affiches. Per esempio, lo straordinario manifesto di Achille Luciano Mauzan per la ditta Bertozzi, con tre avidi nasoni intenti ad apprezzare l’aroma di una forma, o la raffinata plancia metallica della ditta Pelagatti, con la scena all’interno di un lussuoso ristorante in cui il maître gratta direttamente sul piatto il prezioso Parmigiano sotto gli occhi compiaciuti del cliente, ascrivibili agli anni Trenta del Novecento. Da ricordare anche il raro manifesto di Gino Boccasile per la ditta Tavella, risalente al 1940 circa, con il cuoco dal volto paffuto che si perde estasiato tra le braccia di una forma del “sensuale” formaggio, con le labbra protese in un ideale bacio.
Un video touch screen permette di ripercorrere tutte le pubblicità del Consorzio di Tutela, a partire dai primi anni Sessanta, sia al cinema che alla tv.
Infine, ecco la sezione su gastronomia e ricettari. Oltre alla teca sull’evoluzione della grattugia e di altri strumenti che servono a gustare il Parmigiano-Reggiano, come il coltello scagliatore, c’è quella dedicata ai piatti in cui compare l’antico e nobile formaggio, tratti dai più importanti manuali di cucina scritti in Europa dal Cinque al Novecento.
Piccola curiosità storica: la prima ricetta con il celebre formaggio giunta fino a noi è quella della trecentesca Torta Parmesana, un piatto trecentesco costituito da un elenco impressionante di ingredienti che dimostra come la cucina parmigiana godesse già allora di una certa notorietà…
 
Mariagrazia Villa
 
Fotografie: © Musei del Cibo della provincia di Parma

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