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La pubblicitaria Maria Pia Favaretto, tra risotto alla zucca e Pinot nero

2017-10-04 Come vive la cucina e il cibo, la creatrice di uno dei master universitari più cool del momento, proprio in ambito food? Glielo abbiamo chiesto… Maria Pia Favaretto è docente di Communication Strategy and Media Planning presso lo Iusve (Istituto Universitario Salesiano di Venezia), dove insegna ai corsi di laurea magistrale in Web Marketing & Digital Communication e Creatività e Design della Comunicazione.
Autrice del libro La strategia di comunicazione nell’era digitale, ha fondato e dirige Iusve Lab, il centro di eccellenza per la comunicazione di Iusve, ed è il coordinatore didattico del Master Food & Wine 3.0 - Web Marketing & Digital Communication, da lei ideato con il semiologo Mariano Diotto, direttore del dipartimento di comunicazione dell’ateneo veneziano, con la finalità di formare i professionisti del marketing digitale nel settore agroalimentare.
Professionista della comunicazione da oltre due decenni, ha creato innumerevoli campagne per aziende internazionali. Oltre all’attività accademica, si occupa ora di consulenza e coaching nell’ambito del marketing e delle strategie di comunicazione integrata per varie imprese italiane e straniere.
Il primo pensiero, Maria Pia, quando entra in cucina?
«Per me la cucina è da sempre un luogo accogliente, caldo, dove concedersi una pausa. Mettermi ai fornelli è una sorta di meditazione dinamica. Mi piace pensare a cosa cucinare lasciandomi ispirare da quello che c’è».
Il piatto più rappresentativo della sua vita e perché.
«È sicuramente il risotto. E fra tutti, quello alla zucca. Mi ricorda l’infanzia e la nonna, che spesso lo cucinava per tutta la famiglia, quando cominciavano i primi freddi. Allora ci sedevamo con zii e cugini, attorno al grande tavolo, per consumare quel rito. La particolare tonalità del colore giallo, nella sua sfumatura più calda, mi metteva allegria e mi dava anche il senso di intimità dello stare insieme con l’estate ormai alle spalle. Oggi anche la mia cucina ha una parete di quel colore intenso e gioioso».
Qual è il vino che le fa battere il cuore?
«Sicuramente il Pinot nero. Perché è un vino difficile, elegante. Quando è prodotto bene, è davvero irresistibile. Il profumo è inebriante e ricco di quei frutti di bosco più nascosti. Il colore è raffinato, deciso ma non carico, ed è un puro piacere vederlo attraverso la trasparenza del bicchiere. La vite di pinot nero è una vite che dà poco frutto e, quindi, è ancora più un privilegio poterlo gustare, come tutte le cose più difficili da raggiungere…».
Cos’è per lei il top in cucina?
«Avere qualcuno che la riordina e la pulisce, dopo che mi sono divertita con la parte più creativa. Lo so, suona un po’ snob, ma è proprio così! Poi mi piace avere piatti di forma e anche di materiale diversi, perché il piatto deve assolutamente accompagnarsi al cibo che contiene» (segue).
 
Mariagrazia Villa

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