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Food&Kitchen: risponde la scrittrice Dina Ravaglia (parte I)

2017-06-02 Dina Ravaglia ha sempre scritto. Per lei è sempre stata la cosa più importante, anche se fino ai 40 anni non ha mai tentato di pubblicare. Poi, confermando che la vita inizia a 40 anni, ha dato alle stampe cinque romanzi – di cui l’ultimo, “Il cuore opposto” (Gilgamesh Edizioni), è stato pubblicato nel febbraio di quest’anno – e ha inserito due racconti all’interno di altrettante antologie. Al momento, ha due romanzi e un racconto in attesa di pubblicazione. E molto altro nel cassetto.
Affascinante e dirompente, vive con il marito e i tre figli a Brescello, in una vecchia casa nella campagna reggiana. Lavora come architetto, sì, ma i veri progetti sono le storie che racconta nei suoi libri.
Il primo pensiero che fai, Dina, quando entri in cucina.
«Oddio, e adesso che cosa faccio? Devo ammettere che, come scrittrice, non ho mai avuto la “sindrome della pagina bianca”, ovvero quando mi metto al pc so già cosa scrivere; potremmo però dire che ho la “sindrome della pentola vuota”, nel senso che, al pensiero di cucinare qualcosa, non mi viene in mente niente di originale. Personalmente amo moltissimo la buona cucina, uno dei piaceri più intensi che la vita ci offre, ma, ebbene sì, in tal senso sono poco creativa, mi trovo meglio come assaggiatrice che come cuoca: se posso scegliere, preferisco che cucinino gli altri».
Il piatto più rappresentativo della tua vita e perché.
«Le Penne all’Imperiale cucinate per noi dal padre di una mia carissima amica, un gusto perfetto e armonico che ancora riesco a evocare, se mi metto d’impegno. Era un momento in cui tutto ancora doveva cominciare, le strade non erano battute, i libri non erano scritti. Forse anche per questo mi è rimasta la fascinazione per questo piatto; a dispetto degli anni passati, non credo di aver mai più assaggiato nulla di meglio».
Il vino che ti fa battere il cuore.
«Il Primitivo del Salento. Nelle sue migliori declinazioni è un vino ricco e corposo, ma anche aromatico, non banale. Riscalda il cuore e risveglia immagini dell’estate e del Sud: il sole a picco, le due di un pomeriggio d’agosto, il mare poco lontano».
Cos’è per te il top in cucina?
«Una tavola piena di amici, l’abbondanza senza sprechi, il contributo di ognuno ai piatti e alla conversazione: il mio ideale non solo in cucina, ma nella vita».

Mariagrazia Villa

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